PA Aumentata: L'Intelligenza Artificiale che non sostituisce anzi potenzia la forza lavoro umana

L'introduzione dell'Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione può portare numerosi benefici in termini di efficienza e qualità dei servizi offerti ai cittadini. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale dell'AI ed evitare rischi di automazioni fini a sé stesse, è necessario prima ripensare e razionalizzare i processi interni. Altrettanto cruciale è la formazione del personale, affinché le nuove tecnologie diventino uno strumento di potenziamento delle capacità umane e non di sostituzione.

L'obiettivo deve essere quello di una “PA aumentata", dove l'apporto dell'AI amplifica e supporta il lavoro della forza lavoro umana, senza però relegarli ad un ruolo passivo. Tutto ciò è possibile a patto che le nuove tecnologie siano intese come un’opportunità per aumentare le capacità dei dipendenti pubblici, affiancandoli nello svolgimento di attività complesse e liberandoli dai compiti più meccanici e ripetitivi. In questo modo, la digitalizzazione può tradursi in una maggiore efficienza senza impatti negativi sull’occupazione.

Prospettando l’opportunità di concepire una vera e propria ‘PA aumentata’, in cui le capacità del personale umano vengono amplificate dall’apporto dell’AI così come avviene con la realtà aumentata. In questa visione, l’automazione non sostituisce ma piuttosto potenzia il fattore umano. D’altronde è pacifico che la “singolarità” – il sorpasso della macchina sull’uomo – sia un punto di non ritorno. Tuttavia [..], la sfida non risiede nel rifiutare per timore l’innovazione, bensì nell’abbracciarla gestendola con saggezza ed umanità.” (A. Deiana, 2024).

Affinché ciò si realizzi, è però necessario investire massicciamente nella formazione e riqualificazione del personale, in modo che acquisisca familiarità con gli strumenti digitali e li utilizzi consapevolmente come alleati. Serve insomma una transizione digitale che metta al centro la dimensione umana, potenziandone le capacità anziché sostituirle.

Solo così l'innovazione tecnologica potrà tradursi in una PA più efficiente ma anche più inclusiva, che non lasci indietro nessuno. Una PA dove la creatività e l'intelligenza emotiva delle persone si combinano virtuosamente con la potenza di calcolo delle macchine, generando una collaborazione preziosa a beneficio dei cittadini.

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