Omettere le parole superflue con l’ellissi

L'ellissi è una figura retorica che consiste nell'omettere una o più parole in una frase, lasciando intendere il significato completo dal contesto. Viene utilizzata soprattutto nella poesia e nella prosa letteraria per conferire maggiore incisività, dinamismo ed efficacia comunicativa al testo.

L'ellissi permette di eliminare parole superflue o ridondanti che appesantirebbero inutilmente la frase. Consente quindi di rendere il discorso più scorrevole ed essenziale, focalizzandosi sugli elementi portanti del messaggio. Ad esempio, in poesia spesso si omette il verbo, soprattutto quando è prevedibile o scontato: "fresca l'aria" invece di "l'aria è fresca". Oppure si tralasciano congiunzioni o avverbi che non sono indispensabili per la comprensione: "veloce il vento" anziché "il vento soffia veloce".

L'ellissi può riguardare singole parole o interi gruppi sintattici. Ad esempio, in una frase come "Gianni studia matematica, Marco italiano", si sottointende che anche Marco "studia" italiano, quindi il verbo viene omesso nella seconda proposizione. Questo rende il periodo più scorrevole ed incisivo.

L'uso frequente dell'ellissi caratterizza gli stili nominali, come quello della prosa di Cesare Pavese o di Primo Levi, ricca di sostantivi ed aggettivi e povera di verbi e congiunzioni. L'ellissi è poi tipica anche del parlato informale, in cui spesso si eliminano parole scontate per andare più velocemente al punto ("Ho fame" invece di "Io ho fame").

Perché l'ellissi funzioni, è necessario che dal contesto sia chiaro quali parole sono state omesse, altrimenti si rischia di rendere la frase incomprensibile. L'ellissi va quindi usata con attenzione e parsimonia: un suo impiego eccessivo o scorretto finirebbe per confondere e disorientare il lettore anziché rendergli il messaggio più diretto ed efficace.

Carmelo Cutuli

Comunicatore, saggista e giornalista. Autore di "Intelligenza Artificiale e Pubblica Amministrazione" e "Prompt Engineering pratico per professionisti della Comunicazione"

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