La similitudine è una figura retorica che consiste nel paragonare due entità, oggetti o concetti apparentemente distanti e diversi tra loro, evidenziandone le analogie. Si tratta di un espediente letterario molto efficace per creare immagini suggestive e aiutare il lettore a comprendere meglio una situazione, un'emozione o un concetto astratto.
I paragoni e le similitudini sono onnipresenti nel linguaggio quotidiano, ma in ambito letterario vengono utilizzati in modo particolarmente studiato e raffinato. Lo scrittore sceglie termini di paragone insoliti e originali, che colpiscono l'immaginazione e ampliano gli orizzonti del lettore. Ad esempio, una similitudine classica è quella usata da Dante nella Divina Commedia per descrivere la selva oscura: "selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura". Il poeta paragona la fitta boscaglia ad un qualcosa di minaccioso e angosciante, facendo leva sul senso di smarrimento che si prova quando ci si perde in una foresta intricata.
Le similitudini contribuiscono a creare un effetto di straniamento, mettendo in relazione mondi lontani che normalmente non verrebbero accostati. Possono anche svolgere una funzione esplicativa, rendendo più comprensibili concetti astratti o esperienze complesse. Ad esempio, l'amore può essere paragonato ad un viaggio, la vita ad un sogno, la mente umana ad un oceano sconfinato. Attraverso queste analogie, realtà immateriali e sfuggenti acquistano concretezza e profondità.
La similitudine è uno strumento fondamentale per gli scrittori, che permette di dipingere suggestive "immagini con le parole", di esplorare correlazioni inedite tra idee e oggetti remoti, di sondare gli abissi dell'interiorità umana. Quando è ben costruita ed evocativa, la similitudine ha il potere di far vibrare le corde dell'anima e di ampliare i confini del pensiero, rivelando legami imprevisti tra microcosmo e macrocosmo.