Accumulazione: insistere su concetti con ripetizioni

L'accumulazione è una figura retorica che consiste nel ripetere parole o concetti in successione per enfatizzare un messaggio. Questa tecnica permette di insistere su un'idea centrale attraverso la ripetizione di termini o frasi.

Nella comunicazione scritta e orale, l'accumulazione viene spesso utilizzata per creare un effetto ritmico, rafforzare l'enfasi, o evocare emozioni. Ad esempio, un oratore potrebbe dire "dobbiamo lavorare, lavorare, lavorare per raggiungere i nostri obiettivi". La triplice ripetizione della parola "lavorare" sottolinea l'importanza del duro lavoro. In un testo scritto, un autore potrebbe scrivere "era stanco, sfinito, esausto" per comunicare un profondo senso di spossatezza.

I grandi scrittori hanno spesso fatto uso di questo espediente stilistico. Charles Dickens, ad esempio, nel romanzo Tempi Difficili utilizza l'accumulazione per descrivere il personaggio di Thomas Gradgrind: "Un uomo di fatti e calcoli. Un uomo che va dritto al sodo. Un uomo che si attiene ai fatti e solo ai fatti". La ripetuta menzione della parola "fatti" enfatizza l'approccio rigidamente utilitaristico di Gradgrind.

Anche in poesia, gli autori impiegano l'accumulazione per ottenere effetti ritmici e conferire musicalità ai loro versi. In una celebre lirica di Eugenio Montale, ad esempio, leggiamo "Polvere, sudore, sabbia e sole un meriggiare bianco di cicale" - la successione di nomi dà un senso di aridità e intensità abbagliante.

In definitiva, attraverso la ripetizione mirata di vocaboli, l'accumulazione permette di martellare su concetti chiave, fissarli nella mente del pubblico e amplificarne la portata emotiva. Per questa sua efficacia, rimane una preziosa figura retorica sia nell'oratoria che nella scrittura.

Carmelo Cutuli

Comunicatore, saggista e giornalista. Autore di "Intelligenza Artificiale e Pubblica Amministrazione" e "Prompt Engineering pratico per professionisti della Comunicazione"

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