Litote: attenuare il concetto per enfasi

La litote è una figura retorica che consiste nell'attenuare o minimizzare il significato di un concetto, per ottenere in realtà un effetto enfatico di senso opposto. Più che negare o sottrarre, la litote aggiunge valore espressivo.

Questo espediente retorico si basa su un apparente paradosso: ridimensionando la portata di un evento o di una qualità, in realtà la si amplifica. Ad esempio, dire di una persona che "non è poco intelligente" significa intendere che è molto intelligente. Oppure affermare che "non era del tutto infelice" implica che la infelicità era invece profonda.

La litote ha un tono più sommesso e discreto rispetto all'iperbole, ma non meno incisivo. Attraverso la sottrazione lessicale, modera la portata del messaggio salvo poi potenziarlo a livello interpretativo. È come se, dicendo di meno, si comunicasse di più.

Anche in poesia questo artificio viene utilizzato per creare significati obliqui, che affiorano tra le righe. Ad esempio Leopardi, parlando dell'infinito, scrive "sovrumani / silenzi e profondissima quiete", minimizzando ma al contempo amplificando la sensazione di eterno e cosmico.

La litote si presta dunque a comunicare in controluce pensieri e sentimenti profondi senza scadere nell'enfasi. Con maestria ed eleganza, gli scrittori possono così dare maggiore efficacia al messaggio, invitando il lettore a penetrarne gli strati più riposti. Meno è di più: ecco l'apparente paradosso che fa della litote una figura retorica così versatile ed espressiva.

Carmelo Cutuli

Comunicatore, saggista e giornalista. Autore di "Intelligenza Artificiale e Pubblica Amministrazione" e "Prompt Engineering pratico per professionisti della Comunicazione"

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