L'avvento di internet e delle nuove tecnologie digitali ha profondamente trasformato il mondo della comunicazione negli ultimi decenni. Siamo passati dall'epoca dei mass media tradizionali, televisione e stampa in primis, ad una nuova era in cui ogni individuo può essere autore e fruitore di contenuti in modo semplice e immediato.
I media di massa come la televisione permettevano di raggiungere un pubblico vastissimo, ma la comunicazione era monodirezionale: i contenuti venivano ideati e veicolati da pochi centri di produzione verso le masse di utenti. Oggi, invece, la diffusione capillare di internet e l'avvento del web 2.0 hanno reso la comunicazione bidirezionale e partecipativa: chiunque può produrre e condividere contenuti, interagire e dare vita a conversazioni. I social network in particolare hanno trasformato il modo di comunicare e informarsi.
Se prima esistevano pochi canali in grado di raggiungere il grande pubblico, oggi chiunque, anche dal salotto di casa, può potenzialmente ottenere visibilità attraverso blog, canali video, podcast, profili social. La disintermediazione è la parola chiave: non servono più mediatori o gatekeeper per diffondere idee e contenuti. Gli individui sono liberi di esprimersi, condividere e trovare comunità di interesse intorno a passioni ed esperienze.
I media personali consentono una comunicazione su misura dei propri interessi e bisogni. L'utente sceglie autonomamente cosa seguire tra la sterminata quantità di fonti disponibili online. Può informarsi su argomenti di nicchia, trovare ispirazione da creatori indipendenti, sentirsi parte di gruppi anche molto ristretti grazie ai social. La comunicazione si fa più orizzontale e libera.
Certo, questa libertà porta con sè anche rischi e responsabilità. La facilità di pubblicazione e condivisione comporta la proliferazione di fake news, teorie infondate e contenuti dannosi. Sta all'utente imparare a riconoscere fonti autorevoli, incrociare punti di vista diversi, maturare senso critico. La garanzia non è più data dall'istituzionalità del canale, ma dalla competenza nel vagliare i contenuti.
In conclusione, possiamo dire che stiamo vivendo una rivoluzione della comunicazione paragonabile all'avvento della stampa. Una trasformazione epocale con enormi potenzialità positive, ma anche criticità da non sottovalutare. Sta a noi, come cittadini e comunicatori consapevoli, imparare a padroneggiare gli strumenti di questa nuova era per esprimere noi stessi e comprendere il mondo che ci circonda.